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L’espropriazione per pubblica utilità

L'espropriazione per pubblica utilità consiste nel trasferimento coattivo della proprietà o di altro diritto reale su un bene da un soggetto ad un altro.

L’articolo 42 della Costituzione della Repubblica italiana dichiara che la proprietà privata pur essendo legalmente riconosciuta, può essere, nei limiti previsti dalla legge, e salvo indennizzo, espropriata per motivi d’interesse generale.
L'art.832 del codice civile recita: “Il proprietario ha diritto di godere e disporre delle cose in modo pieno ed esclusivo, entro i limiti e con l'osservanza degli obblighi stabiliti dall'ordinamento giuridico”, e all'art.834 aggiunge: “Nessuno può essere privato in tutto o in parte dei beni di sua proprietà, se non per causa di pubblico interesse, legalmente dichiarato, e contro il pagamento di una giusta indennità”. Le norme relative all'espropriazione per causa di pubblico interesse sono determinate da leggi speciali. Il riconoscimento e la dichiarazione di pubblica utilità, l'individuazione dei soggetti interessati all'espropriazione e dei beni oggetto della medesima, la designazione delle autorità preposte all'iter espropriativi, la definizione delle procedure di espropriazione e dei criteri di determinazione dell'indennità sono materia di leggi speciali.

L'espropriante è lo stesso esecutore dell'opera: può essere lo Stato, un Ente pubblico o un privato. L'espropriato è il più delle volte, un privato, ma può essere anche un Ente pubblico o lo Stato. Oggetto di espropriazione può essere qualsiasi bene, immobile o mobile, materiale o immateriale, che risulti indispensabile alla realizzazione dell'opera di pubblica utilità.

La procedura espropriativa individua due momenti significativi: il momento della dichiarazione di pubblica utilità e il momento dell'esproprio. Per quanto riguarda le indennità, la legge prevede i seguenti possibili casi: l'espropriazione totale; l'espropriazione parziale; l'occupazione temporanea; l'imposizione di servitù permanente.

A titolo esemplificativo, ma non esaustivo, le procedure espropriative permanenti possono essere utilizzate per:

-       la realizzazione di passaggi carrabili ovvero pedonali;

-       reti ferroviarie;

-       reti stradali;

-       le reti irrigue;

-       cabine elettriche;

-       dighe;

-       etc..

La GEOSIS srl vanta di una lunga esperienza in materia di espropriazione per pubblica utilità ed è in grado di accompagnare i propri clienti in questa vasta disciplina al fine di permettere la realizzazione dell’opera.

Servitù

Le servitù, coattive o bonarie, sono un peso imposto su un fondo a favore di altro fondo. Si costituiscono o per volontà delle parti o per testamento o per usucapione o per procedura coattiva e si estinguono per non uso per oltre vent'anni. Le servitù possono essere utilizzate per:

-       la realizzazione di passaggi carrabili ovvero pedonali;

-       le reti irrigue;

-       le reti elettriche;

-       le reti telefoniche;

-       le reti del gas;

-       etc..

Per le servitù temporanee (la cui durata non supera i 9 anni) l'indennizzo è pari alla metà dell'indennità, con l'obbligo, scaduto il termine, di rimettere il fondo come era prima della servitù.
Se prima della scadenza dei 9 anni si converte la servitù da temporanea a permanente,
il proprietario del fondo dominante deve pagare l'altra metà più gli interessi legali maturati dall'inizio della servitù; se si lascia scadere il termine dei 9 anni, deve pagare il totale indennizzo.

La GEOSIS srl grazie all’esperienza acquisita con le maggiori società di costruzioni di infrastrutture può gestire accuratamente le problematiche relative agli asservimenti sopra descritti.

Allegati:
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